Trattato italo-yemenita
Trattato italo-yemenita del 1926 | |
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Firma | 2 settembre 1926 |
Luogo | San'a |
Efficacia | 22 dicembre 1926 |
Parti | Italia Yemen |
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Il Trattato italo-yemenita del 1926 (noto anche come Trattato di San'a) fu un trattato tra il Regno d'Italia e il Regno Mutawakkilita dello Yemen. Il trattato, descritto come un trattato di amicizia, venne firmato il 2 settembre 1926 a San'a dal governatore dell’Eritrea, Jacopo Gasperini e il re dello Yemen, ed entrò in vigore il 22 dicembre dello stesso anno.[1] In quel periodo l'Italia era governata dal Partito Nazionale Fascista con Benito Mussolini a capo del governo. Il trattato riconobbe l'Imam Yahya Muhammad Hamid ed-Din come re dello Yemen riconoscendone le sue affermazioni ad Aden. Il trattato fu rinnovato il 15 ottobre 1937, dopo l'annessione da parte dell'Italia dell'Abissinia (l'attuale Etiopia).
Panoramica
[modifica | modifica wikitesto]Il Mar Rosso era di importanza strategica per il Regno Unito sia per il commercio che come rotta per la sua marina da attraversare per raggiungere l'India. A sud dello Yemen vi era la Colonia di Aden britannica e il protettorato di Aden che rappresentavano un considerevole rischio di ribellioni anticolonialiste.
L'Italia aveva colonie proprie nella regione: Eritrea e Somalia, entrambe a bassa redditività. Subentrava l'aspettativa che l'aumento dei legami con lo Yemen avrebbe alimentato un aumento del commercio con le colonie e portato la regione nella sfera di influenza italiana.
Il Regno dello Yemen a questo punto aveva gli occhi puntati sull'annessione di Aden e anche l'Imam Yahya aveva aspirazioni per un Grande Yemen.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il Trattato di amicizia e di relazioni economiche tra l'Italia e lo Yemen del 1926, su museorientale.beniculturali.it, 10 giugno 2015. URL consultato il 19 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2021).